Qualcuno conserva il sogno della sua vita in un cassetto: ecco cosa ho trovato svuotando il mio


lunedì 2 settembre 2019

Me too

 

Qualche settimana fa mi è stato chiesto se si può guardare il film di Woody Allen senza pensare alle accuse che gli sono state rivolte, e mi si è chiesto se sia lecito valutare un artista solo in base alla sua arte, tralasciando la sua dimensione etica. La persona che me lo ha chiesto, nonostante una laurea analoga alla mia, sembrava certa che la risposta fosse no. Era una domanda retorica. Io non le ho risposto. Perché per me la risposta è si, inevitabilmente. Sono stata educata a rifuggire da ogni forma di culto della persona, non sono una “fan”, sono un’esteta. Apprezzo le opere di quell’assassino iracondo di Caravaggio, amo il talento di Polunin, Kazan è tra i miei registi preferiti, leggo D.H. Lawrence, ascolto ancora le canzoni dei Noir Desir. Certo, quando a fare cose che mi piacciono sono persone che mi piacerebbero, è più bello. Ma non li cerco perché ho bisogno di modelli, li cerco perché il loro talento mi dà piacere. L’arte e la bellezza sono al di sopra della vita, e a volte i loro artefici sono immensamente al di sotto di esse. È un qualcosa che nell’idea ottocentesca di artista in cui molti ancora credono non è compreso. Ma, in realtà, a volte persone straordinarie in un campo possono essere mediocri o addirittura infime in tutti gli altri. Grazie al cielo, degli altri campi c’è la giustizia ad occuparsene. E io posso continuare a guardare i film di Kazan. E, per quelle due ore, pensare che fosse immenso. Scordando il suo contributo al maccartismo.

Nessun commento:


si, ho i denti storti nonostante anni di costosissime e dolorosissime cure. E allora? Avreste dovuto vederli prima..