Qualcuno conserva il sogno della sua vita in un cassetto: ecco cosa ho trovato svuotando il mio


lunedì 28 gennaio 2008

27 gennaio

E' appena terminata la giornata della memoria. Anche quest'anno, tante letture e tanti filmati. Ho rivisto Train de vie, e ho pianto di nuovo.

domenica 6 gennaio 2008

Arriva la befana

sto ascoltando: Danilo Rea, Introverso (2007)

stasera leggerò: l'ultimo volume di Harry Potter, trovato ieri al supermercato dietro casa, in barba alle file di mezzanotte


Eccomi qui, per il primo post dell'anno, e mi rendo conto di non aver mantenuto una promessa, una delle tante fatte nel 2007. Perchè? Perchè scrivo scrivo, ma mi sembra di non aver scritto mai abbastanza bene per pubblicare, così finisco per tenermi le cose per me.

Bene, che dire, cerco di rimediare. Consiglio quindi qui (o recensisco brevemente, ditemi voi) alcuni libri che ho letto nell'ultimo mese.

Sempre sul filo della storia delle donne, come già anticipato, Un mondo di donne, a cura di L. F. Pusch e S. Getter, per l'Italia di M. Gregorio, pubblicato da Pratiche Editrice nel 2003: l'avevo comprato su una bancarella bolognese per la foto di Marlene in copertina e il prezzo stracciato, si è rivelato libro totem, uno di quelli da portarsi in giro tipo bibbia. Fa seguito - lo spirito pare lo stesso, nonostante le biografie siano meno e più corpose, pur rimanendo entro limiti accettabili per una lettura rapida e compulsiva - Americane avventurose, di C. De Stefano, pubblicato sul finire dello scorso anno da Adelphi. La cosa che salta agli occhi, scorrendo le vite di tutte queste donne incredibilmente affascinanti e creative, nobili creature alate, è che essere donna ed essere in gamba rende impossibile l'avere una vita affettiva normale e morire di vecchiaia. Volevo seriamente fare una statistica di quante fossero morte suicide (un numero spaventoso) o di morte violenta, preferibilmente dopo o durante violentissime vite affettive con uomini che definire indegni è poco. Si salvano le lesbiche, anche loro in gran numero. A voi le conclusioni (io mi sono depressa per giorni).

Sempre sul filone, perchè parlando di donne coraggiose si finisce per parlare di streghe, il gioiellino Piccola storia del diavolo, di George Minois, pubblicato da il Mulino nella collana Intersezioni, nel 1999. Acquistato nel bookshop di palazzo della Pilotta dopo la disfatta della mostra sul medioevo curata da Le Goff - una delle mie prime mostre-fuffa, tutta riproduzioni e didascalie – si è rivelato oggi, dopo anni di stagionatura sotto il comodino, il migliore investimento culturale di quella giornata. Forse la parte sul XX secolo poteva essere oggetto di maggiore attenzione, ma all'autore preme più spiegarci come si è arrivati fin qui e da dove si è partiti, e, in tempi di teocom, leggere frasi come “[..] in principio, il cristianesimo stesso non è altro che una setta eretica giudaica” fa bene alle sinapsi. Poco più di un centinaio di pagine: minima spesa, massima resa.

Quindi, sempre per via di quell'interesse per la storia delle religioni (vedete che, nonostante tutto, c'è un filo), consiglio In cosa credono gli ebrei, di E. Kessler, veloce manualetto di Antonio Vallardi Editore, del 2007. Oltre all'abbondanza di storielle divertenti – la più bella quella sulla Germania nazista a pagina 42, non ve la racconto così siete costretti ad andarlo a cercare, ne vale la pena – è un testo chiaro e ben scritto. Perchè, dato che sto lavorando in una sinagoga (e così svelo gli arcani di questi ultimi mesi), mi sono sentita rivolgere domande surreali da carissimi amici di fede cattolica. La più eclatante: “ma agli ebrei nessuno dice niente 'ché hanno ucciso il signore?”. Da una carissima amica, ragazza intelligente e laureata. Ringraziamo chiunque insegni storia e catechismo con l'attenzione necessaria a generare questo.

E adesso, qualcosa che non c'entra, ma che mi serve a mantenere almeno in parte una delle promesse del 2007. Stamattina, leggendo l'Espresso a colazione, a pag. 105 trovo notizia di un saggio sul linguaggio di Camilla Cederna, a firma di G. Lauta. La cosa che noto, è che il saggio si trova nel volume Scritti linguistici per Luca Serianni, in occasione dei 60 anni dello storico della lingua italiana. Mi suona un campanello nella testa, perchè Serianni è uno degli accademici della Crusca che ho visto a Mantova durante il festivaletteratura, per la precisione allo sportello del pronto soccorso grammaticale, venerdì 7 settembre. Lui, che è autore di una grammatica famosissima, e che solo per questo potrebbe permettersi di far sbadigliare frotte di ex studenti elementari, è riuscito ad appassionare un pubblico inaspettatamente numeroso, che ha posto domande illuminanti sui dubbi che attanagliano gli italiani, come quelle sulle proposizioni completive (cosa sono? Cosa?!?) e le loro relazioni con le interrogative indirette, o, più tera tera, sulla corretta forma da usare per indicare le nazioni straniere durante le radiocronache sportive. E' la Moldavia o la Moldova ad avere segnato? Insomma, alla fine non lo lasciavamo andar via, e la mia amica Mirka ha continuato per i tre giorni successivi a frequentare lo sportello (anche se come lui nessuno mai). Merito di Serianni è pure l'avermi dato garanzie circa l'aberrazione dell'uso piemontese e lombardo di “piuttosto che” al posto di “o”: è avversativo, usato altrimenti è equivoco, e non esiste vantaggio ad usarlo in quel modo. Grazie davvero, non ne potevo più. E pure la sua opinione rispetto a tutta l'iniziativa, premiatissima dal pubblico del festival, dello sportello: “Se la lingua va dal medico è segno di buona salute”: perché significa che ancora siamo in grado di percepire l'esistenza di un malanno.

Ecco, spero di aver ben iniziato l'anno. Buon 2008 anche a voi!



si, ho i denti storti nonostante anni di costosissime e dolorosissime cure. E allora? Avreste dovuto vederli prima..