Qualcuno conserva il sogno della sua vita in un cassetto: ecco cosa ho trovato svuotando il mio


venerdì 10 ottobre 2014

settembrini

Negli ultimi due anni, per vari motivi, in primis lavorativi, sono scesa in depressione. A volte mi è sembrata grave, ma in realtà credo che per me valga ancora la diagnosi di "lieve ma ricorrente". La cosa che mi preoccupava di più era che gli obiettivi che mi ero posta (ecco, quelli si, abbastanza segreti) si stavano allontanando sempre più: il lavoro per me era un mezzo, e mi ci ero concentrata pensando che, una volta assestato, mi sarei potuta occupare d'altro, di quello che veramente mi interessava fare della mia vita. Quando è stato chiaro che non si sarebbe mai assestato, mi sono guardata intorno e ho realizzato che ero un criceto sulla ruota, e che intorno non c'era più nulla. Non è che non lo sospettassi, prima, è che speravo di sbagliarmi. Oggi, dopo mesi di disperate arrampicate sui vetri, e dopo l'ennesima giornata costellata da crisi di pianto (ormai quasi quotidiane), ho iniziato a credere davvero che ci sia una prospettiva per quello che sta diventando un nuovo progetto. Non è quello che pensavo un mese fa, ma nelle ultime tre settimane ha preso forma, e da questa settimana sto iniziando a confrontarmi con persone che mi piacerebbe avere su questa barca. Nelle ultime ore, un bel pò di segni positivi: l'aperitivo con una donna fantastica, appuntamento che rimandavamo da anni, un bell'incontro casuale e la telefonata di un amico che non molla, mai. Buoni auspici. Come i fiori di Pallottola che sono diventati sferici e morbidi, com'era lui.

venerdì 1 agosto 2014

meglio il silenzio

Io parlo troppo. E scrivo troppo. Chiunque mi conosca lo sa. Non è che parli o scriva prima di pensare, penso pure troppo. E' che fin da bambina alterno lunghi silenzi alla logorrea ed alla grafomania, solo che i lunghi silenzi non li vede nessuno, perché li pratico in solitudine, che è poi lo stato in cui trascorro la maggior parte del mio tempo. Probabilmente, se avessi gente intorno tutto il giorno, ritornerei al mutismo in cui mi chiudevo quando vivevo in famiglia, o quando andavo alle feste, completamente immersa nei libri e nelle mie fantasie. Questa è la premessa. Quindi c'è un seguito, che è il corpo del discorso. Leggo su giornali e riviste che sull'ultimo conflitto in corso qualcuno ha invocato un silenzio rispettoso (infrangendolo per farlo). Tra gli altri, Serra, che rispetto e ammiro come sempre per la lucidità. Sulla rete la cosa è drammatica. Ogni giorno la conta dei morti e l'allarme per conflitti e problemi irrisolti da anni, conta che viene ripetuta dai telegiornali e che ci assopisce nell'indignazione. Non credo che quell'indignazione serva a qualcosa. Nessuno di noi (spero) vuole che aumentino i bambini uccisi. Nessuno di noi vuole che il femminicidio continui. Nessuno di noi vuole più vedere cadaveri al largo di Lampedusa. Nessuno di noi vuole più vedere cani maltrattati. Tutti noi sappiamo cosa sta succedendo, se lo negassimo mentiremmo. Ora, indignarsi non serve a nulla. Ragionare sulle fonti dei problemi, cercare soluzioni attuabili nel rispetto di tutti, condividere quelle idee di soluzione, quello servirebbe. Nessuno di noi può fermare la fame nel mondo, ma ognuno di noi può smettere di sprecare cibo, ognuno di noi può chiedere ai propri amministratori di attuare pratiche di redistribuzione del cibo (ci sono fior di progetti nel mondo), ognuno di noi può aiutare qualcuno. Singoli gesti positivi, che diventino collettivi. Di questo abbiamo bisogno, non d'indignazione. La straordinarietà del bene è l'unica arma che abbiamo contro la banalità del male. Quindi, per favore, smettetela di postare foto di cadaveri.

mercoledì 23 aprile 2014

Questo è un periodo triste, ho appena perso il mio coinquilino peloso e sento che è perchè non gli ho dedicato le dovute attenzioni. In questo momento navigo nei dubbi, sento che molto sta per cambiare e che devo essere io a cambiarlo, vedo davanti a me tante porte, ma non capisco quali soglie oltrepassare. Ho già un passato pieno di errori. E mi piacerebbe scaricare su qualcun altro i miei dubbi, e poterne parlare, e poterne capire. Ma stavolta non posso. Il primo dubbio è, da tanto, quello di avere più talento che intelligenza. E che entrambi non siano granché. E di non essere capace di concentrarmi su un obiettivo. Sto navigando a vista. Speriamo bene.

si, ho i denti storti nonostante anni di costosissime e dolorosissime cure. E allora? Avreste dovuto vederli prima..