Qualcuno conserva il sogno della sua vita in un cassetto: ecco cosa ho trovato svuotando il mio


domenica 7 gennaio 2007

primo paragrafo

E, con 57 minuti di fantastico ritardo (ma tanto mi sono accorta che l'orario di pubblicazione dei miei post è sempre, inesorabilmente, sballato), ecco qui il fischio d'inizio, l'introduzione, l'incipit.

Benvenuti qui, dove, in mezzo ad un oceano di altri ammenicoli, tra i quali vecchi racconti, poesie, riflessioni, citazioni, ma soprattutto estemporanee alternative verbali a più pericolosi disturbi gastrici, si scriverà la prima, definitiva, ed internazionale:


AUTOBIOGRAFIA SESSUALE IN FORMA DI MANUALE PER GIOVANI SINGLE

Chiaramente, vi prego di apprezzare la mossa arguta del Caso, che mi ha fatto scrivere queste prime pagine quando una vita sessuale non ricordavo più bene cosa fosse, e me le fa pubblicare qui proprio quando single non sono più. A proposito di questo, vi anticipo fin d'ora che non parlerò in questo blog del fantastico ragazzo che mi sopporta. E' talmente fantastico che finireste per non sopportarmi voi, e io pure.
Bene, iniziamo.


Paragrafo I

Vorrei che fosse chiaro.
Se prendessi l'argomento di queste pagine per una cosa di cui si può soltanto ridere neppure scriverei. Il fatto è che normalmente tutti ne parlano seriamente ma lo fanno come se si trattasse di togliersi una verruca: imbarazzo e affettata ilarità.
Non parlerò di ironia perchè qui non si tratta di veline che fanno calendari.
Qui si parla di donne veramente nude. Senza nessuna telecamera verso cui guardare.
Ogni donna che conosco ha avuto abbastanza esperienze traumatiche da riempirci un volume della Treccani. Qualcuna anche tutti i volumi.
Di tutte quelle che conosco credo che ce ne siano un paio che possono dire di essere veramente felici con l'uomo che si sono ritrovate accanto. Non di più.
La maggior parte però sta sola, che è scientificamente meglio che male accompagnata.
In Italia non esistono studi sistematici sulle violenze familiari. La legge non richiede statistiche di questo genere alle forze dell'ordine, così pare che l'unico mezzo per studiare il fenomeno sia attenersi alle notizie della cronaca nera: una ragazza qualche tempo ci ha scritto una tesi di laurea. Stando al suo lavoro, la probabilità per una donna di finire maltrattata dal suo compagno è davvero alta: non ricordo la percentuale, ma so che è impressionante. Le possibilità che quei maltrattamenti arrivino alla morte della povera crista mi pare si aggirino sul 3/5 %. Ora, non sono altrettanto aggiornata sulle catastrofi aeree, ma a occhio e croce mi pare che per una donna sia molto meno pericoloso il rischio di un dirottamento che quello di un fidanzamento.

Dedico quindi queste indegne parole alle donne che amo. Follemente. Purtroppo non carnalmente, ho questo brutto difetto di essere rimasta etero nonostante il Cosmo paia darmi da anni indicazioni contrarie.
Siete fantastiche e forti, anche quando sembrate budini alla vaniglia e chiedete a me e alle altre di trovare al più presto un cucchiaino per raccogliervi. Siete la mia incredibile famiglia, anche perchè ogni tanto vi strozzerei, ma lo fareste anche voi, quindi pari e patta.
Canto quest'ode un po' imbarazzante ai miei e ai vostri difetti, ai nostri impareggiabili pregi e alle stupefacenti brutte figure che ci riempiono la vita e le telefonate.
Ovviamente faccio tutto questo perchè così la prossima volta che al telefono mi perderò nell'ennesimo monologo non inizierete a descrivermi gli oscuri abissi in cui l'innamorarmi (o il semplice prendermi una cotta) mi fa regolarmente precipitare. Cioè, non mi ripeterete -tutte, in sede e tempi diversi, manco fosse una catena di Sant'Antonio- “Seh, seh, vabbè, ascolta, facciamo che stavolta mi racconti solo se davvero capita qualcosa, perchè io non ho voglia di sentirti lamentare tutto il giorno perchè secondo te non ti vuole. Diventi interessante come una cacchetta pestata, lo sai?”.
E' per questo che si dice che gli amici si vedono nel momento del bisogno.
Così tutta la megagalattica rete universale (quei quattro gatti che mi conoscono e si prenderanno la briga di connetersi al blog, offendendosi perchè li ho/non li ho citati) saprà delle mie 60 storie immaginarie.
Lo so che sono di più, ma almeno stavolta, non sputtaniamomi subito.

2 commenti:

Zaira Donatello ha detto...

ah..che emozzioneee...la pima pagina del manoscritto...il tuo tesssorrroooo..ne voglio ancora!!!

Sardinia ha detto...

Ehi ho sbagliato allora! Premesso che non riesco a risalire più di tanto indietro nella mia infanzia, pecocemente costellata di animali di ogni forma e specie, dichiaro apertamente che sotto lo pseudonimo facilmente identificabile di Sardinia batte il cuore caliente di Pallottola ( o Fabrette) Cavalieri.
Ciao Zaira! Vai Bobi!


si, ho i denti storti nonostante anni di costosissime e dolorosissime cure. E allora? Avreste dovuto vederli prima..