Oggi stavo leggendo che la memoria olfattiva è la più duratura. Alla salute della società dell'immagine, ai miliardi di parole scritte che produciamo ogni giorno, ai filmati, alle foto, ai vestiti che compriamo e alle diete che facciamo, di noi sarà più forte il ricordo del pessimo deodorante che abbiamo comprato per sbaglio e che vogliamo a tutti i costi finire per non aver buttato via i soldi.
L'enciclopedia medica si è così mescolata all'ultimo libro di Chuck Palahniuk , La scimmia pensa, la scimmia fa, dove racconta della sua reazione al film Memento, della sua ossessione e dell'ossessione che abbiamo tutti di archiviare appunti e ricordi scritti, filmati o fotografati di ciò che facciamo, nonché della nuova abitudine di telefonare alla propria segreteria telefonica per lasciarci degli appunti.
Padre, ho peccato. Finché la mia segreteria ha funzionato, anch'io l'ho usata come taccuino per i momenti in cui le idee mi venivano ma le mani erano occupate alla guida, anch'io accumulo post-it e foglietti e taccuini ovunque, riempio le riviste e i libri di appunti per ricordare esattamente la sensazione o la libera associazione che mi hanno provocato. Sono un'archivista, ho scelto di dedicare la vita a selezionare e proteggere i post-it degli altri.
Però, in tutto questo, c'è qualcosa che mi salva, o mi porta definitivamente sulla via della perdizione, e che mi riporta all'inizio della divagazione: conservo gli odori.
Il ricordo più intenso di mio nonno non lo scatena la foto che di lui conservo in salotto, pure bellissima e intensa, quel meraviglioso vecchio imbronciato. Conservo da 12 anni il flacone mezzo vuoto di un tonico a buon mercato che usavo l'ultima estate che ho passato con lui, quando ancora la malattia non s'era portata via il sorriso che aveva tornando dai campi. L'odore ormai sta sparendo, è per questo che lo apro raramente, ma, quando mi manca, annusarlo mi ricorda quell'estate, almeno quanto lo fanno l'accarezzare il suo cappotto o l'infilare la mano nel barattolo di fagioli secchi che mi aveva regalato, coltivati, puliti ed essiccati da lui, mai trovato il coraggio di mangiarli.
Così come mi ricorda mia nonna la sottigliezza dell'oro della sua fede di nozze, che ho indossato per la mia laurea e che voglio indossare nel giorno delle mie nozze, se mai ci saranno, e quando avrò un bambino, perché voglio che lei ci sia. E' difficile capire le diverse forme che può assumere una madeleine, ma la mia ha anche lo schermo di questo computer, che è stato un regalo postumo, perché con le eredità dovremmo sempre comprare qualcosa che ci accompagni ogni giorno.
Io non ho mai scelto un unico profumo che mi accompagni, ne ho cambiati alcuni, nel corso della vita e delle stagioni. Seguo una regola: ogni volta che inizio una storia, continuo ad usare il profumo che avevo durante il primo bacio, e da lì in poi lo uso soltanto per Lui.
E' un modo come un altro di inseguire una poesia.
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