Qualcuno conserva il sogno della sua vita in un cassetto: ecco cosa ho trovato svuotando il mio


giovedì 8 ottobre 2009

perchè sono un orso

L'andare a vedere un grande concerto spesso è più simile al portare una maglietta firmata che all'ascoltare un disco. L'una cosa è evento privato, esperienza vissuta in prima e spesso singolare persona. Mentre, come Naomi Klein insegna, il portare una maglietta con marchio in bella vista è come prestarsi a fare da insegna pubblicitaria e pagare per farlo, farsi veicolo di un messaggio commerciale cammuffato da appartenenza ad una categoria di persone. Dovrebbero essere i produttori di abbigliamento a pagare i clienti per portare in giro il loro marchio in maniera così evidente da sembrare essi stessi un prodotto. E, allo stesso modo, al concerto si va, più che per ascoltare la musica, che di certo non può raggiungere in uno stadio affollato la qualità raggiunta da un buon impianto audio domestico, per “esserci”, cioè per fare parte di quel pubblico. Paradossalmente, se sul palco non ci fosse nessuno, ma scorressero immagini su un maxischermo, molti degli spettatori non se ne accorgerebbero, e andrebbero a casa contenti. Paradossalmente, la notizia il concerto la fa se il pubblico è a livelli record. Quindi, in realtà, lo spettacolo è il pubblico. Che, paradosso finale, paga soprattutto per vedere se stesso, per sentirsi parte di se stesso, per cantare con se stesso.
Preferisco una cena tra amici.

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si, ho i denti storti nonostante anni di costosissime e dolorosissime cure. E allora? Avreste dovuto vederli prima..